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17/11/09

La vergogna dell'Italia

di Andrea Tamaro


“Il razzismo e l’odio verso gli omosessuali sono la stessa cosa, intolleranza verso il diverso” - Andrea Camilleri

Volevo iniziare quest’articolo spiegando nel dettaglio cosa fosse successo il mese scorso, il 13 ottobre, in Parlamento. Parlare della proposta di legge “Concia” contro l’omofobia. Di come essa sia stata bocciata perché INCOSTITUZIONALE. La “pregiudiziale di incostituzionalità” è stata sollevata dall’Udc.
La legge avrebbe dovuto, modificando l’art. 61 del codice penale, introdurre l'aggravante della discriminazione sessuale per le aggressioni personali.
Invece continuo così.

Perché serviva questa legge?
Soltanto nel 2008, ci sono stati 9 omicidi, 45 aggressioni, 7 estorsioni, 5 episodi di bullismo e 9 atti vandalici ai danni di persone e associazioni gay e lesbiche e trans.
Nel 2009 la situazione è andata peggiorando a tal punto che un’esponente del Pd ha sentito il dovere di cercare di cambiare la situazione.
Avrei preferito che il Pdl avesse fatto una proposta del genere: avrebbe dimostrato di tenere ai propri cittadini, e magari elettori. Non tutti gli omosessuali sono di sinistra, anche se si piace crederlo.
La questione fondamentale è comunque che tutti coloro che vengono discriminati –disabili, trans- e, nel merito, omosessuali sentono il bisogno di essere tutelati.

Articolo 2 della Costituzione Italiana: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Se una coppia di ragazzi o di ragazze omosessuali cammina per strada e viene aggredita, picchiata, i responsabili devono essere puniti più severamente rispetto alla normale aggressione? La risposta è si. Prima di tutto poiché l’omofobia è come il razzismo (intolleranza che conduce a cose molto peggiori). Se non la si ostacola, essa diventerà normalità. Non è ovviamente il metodo migliore, ma è un piccolo passo avanti.
[il metodo migliore passa per la pedagogia, l'intervento nelle scuole, ...argomenti per un futuro articolo]

E c’è l’articolo 2 della Carta. Cosa vuol dire “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”? Da un punto di vista giuridico bisogna osservare, in primo luogo, l’uso del verbo riconoscere, interpretato come indizio del fatto che i diritti inviolabili dell’uomo sono preesistenti alla Carta costituzionale, ed hanno un valore “pregiuridico”, quindi universale: l’ordinamento non li crea ex novo (cioè dal nulla) ma si limita ad ammettere la loro esistenza. Proprio questo valore “pregiuridico” consente di trasformare l’art. 2 in una sorta di clausola aperta, affermando che l’art. 2 lascia all’interprete e al giurista la possibilità di verificare se, nell’evoluzione sociale, emergano diritti dalla necessità di tutelare e garantire le persone.
Per spiegare in modo ancor più semplice questo concetto, possiamo dire che l’art. 2 si configura come un “catalogo aperto dei diritti”. Essi sono “nuovi diritti” e tra essi c’è anche il diritto all’identità sessuale (oltre ad altri, altrettanto importanti, come il “diritto alla vita” e la “libertà di coscienza”).
Di conseguenza, nonostante nella Costituzione non vengano citati questi diritti (come avrebbero potuto i Padri -e Madri- costituenti sapere come sarebbe potuta cambiare la società?), essi esistono e devono essere riconosciuti in maniera più sostanziale. E per questo esiste il legislatore. Per questo il 13 ottobre scorso, la legge doveva essere approvata, per dire: “Noi sosteniamo che l’omofobia sia uno dei mali del nostro Paese, e gli omosessuali hanno gli stessi diritti degli altri”, non doveva essere etichettata come incostituzionale. Udc. Unione di Centro. Vaticano. Papa.
Lascio a voi le dovute conclusioni.

Da tutto ciò emerge un quadro desolante. L’Italia vive in un altro mondo.
Il 29 ottobre Barack Obama ha firmato il Matthew Shepard Act, la legge che equipara i reati di omofobia a quelli di razzismo. Il nuovo testo amplia la definizione degli “hate crime”, i reati dettati dall’odio, finora previsti solo per i casi di discriminazione etnica, razziale e religiosa, facendo rientrare anche quelli compiuti per il diverso orientamento sessuale e pure per una disabilità delle vittime.
E invece l’Italia è stata richiamata dall’ONU, dall’alto commissario ai Diritti umani: “Affossare la legge contro l’omofobia è stato un passo indietro per l’Italia; per gli omosessuali è necessaria una piena protezione”.

Voglio chiudere l’articolo, cercando di rendervi partecipi dei miei sentimenti e sensazioni su tutto ciò.
Ogni volta che sento o leggo una notizia su un’aggressione o un pestaggio, rimango in silenzio e prego che sia l’ultima volta che debba sentire questi episodi di violenza. Ogni volta succede, di nuovo, qualcosa. Ragazzi deturpati in volto, mandati all’ospedale. Dolore. Morte.
Perché c’è indifferenza per questi crimini? E si estinguerà mai l’odio verso il “diverso”? Ma odio per cosa poi? Non scegliamo noi di essere omosessuali, è un dato di fatto, come il sole che splende nel cielo. Cosa c’è di più naturale dell’amore tra due persone, chiunque esse siano? È solo per qualche ipocrita considerazione di carattere sessuale o moralistica?
Genitori, genitori dico, che ripudiano i figli, genitori che dicono al figlio/a “Vorrei che tu morissi” perché omosessuali, pena di morte in certi stati (con la minuscola apposta), discriminazione sul lavoro, rischio della propria incolumità per le strade. Perché non buttarci in un campo di concentramento come fecero i nazisti? 100.000 omosessuali furono deportati nei campi. Meno di 70 anni fa. E l’odio permane.
Il passato è una lezione inascoltata. Come è la storia” - Enzo Biagi



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