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15/11/09

Colpevole? No, prescritto!

di Stefano Tieri


Processo Mills: perché Mr. B non verrà condannato

Premessa: ho iniziato a raccogliere il materiale per l’articolo all’incirca un mese fa, quando ancora parlare dei diversi “piani” con i quali Silvio Berlusconi avrebbe potuto evitare i suoi processi era un tabù. Ad oggi l’argomento è invece dei più scottanti, tutti i quotidiani lo trattano e persino i tg non possono evitare di aprire gli occhi. Certo, c’è modo e modo di parlarne, e mostrando il tutto come semplice prassi governativa (come se Parlamento e Senato dovessero farsi dettare l’agenda dai processi al premier-imputato) si finisce col guardare le vicende come l’ennesimo capitolo di una guerra – quella fra politica e magistratura – iniziata nel lontano 1992, con Mani pulite.
Ma veniamo ai fatti…

In seguito alla conferma della condanna nella sentenza d’appello, in attesa del definitivo verdetto della Cassazione (previsto entro l’aprile 2010), l’Italia intera – o almeno, quella parte che ancora ha il coraggio di leggersi un giornale la mattina – si interroga sul futuro giudiziario dell’avvocato David Mills e del suo illustre coimputato, il Presidente del Consiglio.
Verrà condannato? Verrà assolto? Domanda semplice: il reato sarà prescritto. Termine che per il premier ed il suo stalinista apparato d’informazione equivale ad «assolto» (in questo il telegiornale Studio Aperto ha anticipato persino lo stesso Berlusconi, arrivando a dire per bocca di Luigi Galluzzo, già il 19 maggio 2009: «nel giorno in cui escono le motivazioni del processo Mills in cui Berlusconi fu assolto…»).

Ed ora ecco le (numerose) cause che porteranno ad una inevitabile prescrizione.
Prima di tutto, il lodo Alfano. Sebbene la Corte l’abbia ritenuto incostituzionale, questo non esclude la sua decisiva influenza sul processo a Mr. B: i tre giudici che hanno condannato David Mills quale teste corrotto nell’interesse di Berlusconi – ovvero Gandus, Dorigo e Caccialanza – avendo appunto espresso un parere analogo riguardo ai medesimi fatti imputati al premier nello schema corrotto-corruttore, sono divenuti per legge «incompatibili» a giudicare lo stesso Presidente del Consiglio. Il processo, con i tre nuovi giudici designati, non ricomincerà dal punto in cui lo si è lasciato: la difesa, infatti, ha diritto a richiedere che tutte le testimonianze, le rogatorie all’estero e le prove assunte in quasi due anni di processo (dai vecchi giudici), siano raccolte nuovamente (dai nuovi giudici). A differenza del processo, però, i tempi di prescrizione (nonostante fossero stati «congelati» dal lodo) non si sono azzerati. Se 2+2 dà 4, è facile immaginare come la prescrizione, il cui tempo entro il quale scatterà è stato dimezzato per mezzo della legge ex Cirielli (legge n. 251 del 5 dicembre 2005, approvata durante il terzo governo Berlusconi), diventi un traguardo quanto mai facile.

Ma non è finita qui. Perché, allo stato attuale delle cose, nel caso in cui si arrivasse ad una condanna definitiva per Mills, il dibattimento nel processo a Berlusconi non sarebbe granché lungo: il giudice dovrebbe soltanto dimostrare se il premier ha dato o meno l’ordine di pagare il coimputato, e tutto finirebbe lì (in quanto il reato, ovvero la mazzetta versata dalla Fininvest a Mills, sarebbe già dimostrato).
C’è il rischio, insomma, che pur con la legge Cirielli e con il meccanismo già spiegato scattato in seguito al lodo, si raggiunga un verdetto per Mr. B.
Ed ecco che entrano in gioco gli avvocati del premier, nonché deputati nelle file del pdl, ideando una norma che negherebbe alle sentenze il valore di prova, contenuta all’interno della riforma del codice penale.

Tutto ciò probabilmente basterebbe, ma è sempre meglio andare sul sicuro: negli ultimi giorni i legali del premier si sono sbizzarriti per trovare diverse nuove soluzioni, nel caso in cui alcune di esse vengano bocciate dalla maggioranza (diversi uomini della fu An hanno spesso mostrato di non apprezzare alcune norme ad personam). Ghedini ha così pensato ad un ulteriore taglio ai tempi di prescrizione (per la precisione di un quarto, relativi ai reati con una pena prevista inferiore a 10 anni e commessi prima del 2 maggio 2006: occorre forse precisare che nella categoria rientra anche il processo per corruzione di Berlusconi?) incontrando però l’ostilità dei finiani, preoccupati forse dagli effetti nefasti che una norma del genere porterebbe al sistema giudiziario.

Alfano, dopo essersi consultato con Longo e Ghedini, trova un’altra possibile soluzione, rivelata da Dino Martano sul Corriere della Sera del 29 ottobre: fissare un tetto di tre anni per il primo grado di giudizio; di due per l’appello; di uno per la Cassazione. Conclude il giornalista: «con la prima o con la seconda soluzione, lo stralcio Berlusconi del processo Mills sarebbe già prescritto».
La strada da seguire per salvare il Presidente del Consiglio si è infine trovata, mettendo d’accordo Berlusconi e Fini: porre un limite di due anni per ogni grado di giudizio (il che rende ugualmente valida la valutazione finale di Martano) nel caso in cui l’imputato sia incensurato. Maliziosamente si potrebbe notare come il Presidente del Consiglio, grazie a sei prescrizioni (senza contare i diversi processi da cui è uscito illeso grazie ad altrettante norme ad personam), sia un incesurato, e goda perciò di questo ulteriore taglio ai termini di prescrizione: così facendo salterebbe, oltre al procedimento Mills, quello per i fondi neri Mediaset.

«Sarebbe assurdo e illogico – rivela Mills parlando del processo che lo vede unito a Berlusconi – se uno fosse condannato e l’altro assolto: o tutti e due colpevoli o innocenti, vista la natura dell’accusa di corruzione». Condanna o assoluzione? A quanto pare, mentre all’avvocato inglese toccherà (se la sentenza verrà confermata in Cassazione) la prima sorte, il secondo – più fortunato – verrà assolto.
Nel dizionario berlusconiano, ovviamente.

Il sommo Poeta, adattando i suoi versi, avrebbe potuto esprimersi così:

ed elli a me: "Questo misero modo
tengnon l'anime triste di coloro
che visser pien d'infamia e sanza lodo".

12 commenti:

Tommaso Ramella ha detto...

Beh, non sarò un mago del computer, ma qualche problemino riesco a risolverlo ^^
Ora si dovrebbero poter postare i commenti :)

Stefano Tieri ha detto...

ben fatta :P Ci si vede!

Andrea T. ha detto...

Pongo una domanda, perchè alla maggioranza degli italiani questi discorsi non interessano? E' questione di assenza di valori? Siamo noi ad essere troppo giustizialisti?
Mah se ci si pone ste domande, le risposte non possono essere che assai tristi

Stefano Tieri ha detto...

Io intrudurrei piuttosto il concetto di "verità sommersa": si è travolti da quintali di dichiarazioni, tutte volte a mostrare la strategia come «necessaria» per far sì che non si sovverta la volontà del popolo facendo cadere un governo «democraticamente eletto». Dopotutto non era Quagliariello (pdl) ad aver affermato che la legge è stata fatta per Berlusconi, e che non bisogna «nascondersi dietro a un dito»?
Un normale fruitore di informazioni, trovandosi da un lato le 10 dichiarazioni filo-governative, e dall'altro le altre 10 dell'opposizione (senza un giornalista davanti che si decida a porre la così detta "seconda domanda"), finisce al massimo col relegare la faccenda a "scontro" tra due fazioni politiche. E non si scandalizza.

Tommaso Ramella ha detto...

Giorgio Gaber, 1994, "C'è un'aria"...15 anni dopo mi sembra che purtroppo non si possa cambiare di una virgola...

http://www.youtube.com/watch?v=50SnH47mi08

Nicolò Zarotti ha detto...

Credo che la prima cosa da sottolineare, per quanto riguarda un'eventuale condanna di Berlusconi, sia il fatto che, nonostante le ardenti speranze di molte persone, lui non finirà mai in prigione. Lo dice la legge: dopo i 70 anni in Italia non si va in carcere. Quindi mettiamoci l'anima in pace.

Altra storia è invece la speranza di vederlo dimissionario. In questo caso, più che del processo Mills, ci si dovrebbe occupare delle indagini che stanno prendendo piede sui mandanti celati delle stragi mafiose del '92 e '93. E, cosa ancora più importante a mio avviso, si dovrebbe trovare fin da ora il modo per impedire a Berlusconi di diventare Presidente della Repubblica.
Oggi siamo in grado di impedirglielo, domani potremmo non esserlo più.

Tommaso Ramella ha detto...

Per quanto Berlusconi possa dire, fare o pensare, fortunatamente l'umana natura ancora pone dei limiti alla nostra sete di potere: penso che se non altro saranno problemi di natura fisica a precludergli la nomina a presidente della repubblica. Detto questo, penso che ancora più urgente che pensare a come far cadere Berlusconi sia trovargli una valida alternativa, problema a mio parere ben più grave e di ben biù difficile soluzione (sarei felice se qualcuno mi presentasse un personaggio capace di riunire in sé qualità politiche e morali disposto ad occupare una delle massime cariche dello stato)...

Stefano Tieri ha detto...

Per Nicolò: con il mio articolo a me sembrava di sostenere proprio che allo stato attuale delle cose, è praticamente impossibile arrivare ad una sua condanna (avremo, invece, una prescrizione). Ma allargando il campo anche su altri processi il risultato non cambia: Spatuzza potrà anche confessare, le toghe rosse potranno anche impegnarsi a concludere il processo, ma non si giungerà a nulla, per i medesimi motivi. La condanna a Mills sembra invece molto vicina, e dico "sembra" perché pare si stia pensando ad un'ulteriore norma volta a salvare il co-imputato di Mr. B (nello specifico: non sarà punibile la corruzione in atti giudiziari "susseguente"). Essendo però tutto in fieri, quache speranza ci resta, e semmai dovessero condannare in via definitiva Mills, e se nella sentenza risultasse corrotto da Berlusconi (come si è già accertato in primo e secondo grado di giudizio), Lodo o no il presidente del Consiglio si troverebbe in una situazione a dir poco imbarazzante...

Nicolò Zarotti ha detto...

@Stefano:
In una situazione a dir poco imbarazzante, ma non in prigione. A me che si senta in imbarazzo in realtà interessa ben poco. Se non possono sbatterlo dentro, che lo privino di tutto il suo patrimonio (come prevede la legge in caso di condanne per mafia, anche nel caso del concorso esterno).

@Ramo:
Ora come ora, gli unici che posso apprezzare sono Fini e alcuni esponenti dell'IDV, come de Magistris. Hai ragione, tirare giù Berlusconi non basta: secondo me ci vorrebbe una nuova Mani Pulite che falciasse tutti i partiti, e via a ricominciare.

Tommaso Ramella ha detto...

Ahimè, sono d'accordo con te Nick, purtroppo però da Mani Pulite sono emersi proprio quei politici di cui ora vorremmo che un Mani Pulite 2 ci liberasse....

Stefano Tieri ha detto...

per Tommaso: e ti sei mai chiesto il perché? Con Mani Pulite la mafia si è trovata senza interlocutori a livello politico. Ha dovuto provedere in qualche modo... ;)

Stefano Tieri ha detto...

Da vedere per rendersi conto dello stato dell'informazione a livello televisivo in Italia:

http://www.youtube.com/watch?v=m1kT-RSwdD8&feature=related