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31/03/10

Il paganesimo nel culto cristiano

di Lorenzo Natural

Nella nostra società, nonostante il lento declino del numero di Cristiani praticanti, il giorno di Natale viene visto come una ricorrenza di cui la maggior parte di noi non può fare a meno; il 25 dicembre viene festeggiato in quasi ogni casa: si va dalla cena della sera della Vigilia, allo scambio dei regali, dal rituale del pranzo con i familiari alle telefonate di auguri a parenti e amici, lontani e vicini. Non sono molti, tuttavia, coloro che festeggiano il Natale secondo i dettami della religione cristiana -sia essa cattolica, protestante, ortodossa o di qulunque altra confessione; molti, infatti, sebbene non si ritengano Cristiani praticanti, o addirittura atei, vedono il giorno di Natale, e il periodo ad esso correlato, come un'occasione di ritrovare un momento di vicinanza con le persone più care, un piacevole periodo dell'anno teso a rinsaldare i legami familiari troppo spesso dimenticati. Per altri, invece, il Natale non è altro che una festività imposta loro, ma neppure questi ultimi si esimono di partecipare alla grande caccia al regalo che imperversa la settimana precedente il 25 dicembre. Insomma, verrebbe da dire che questo giorno particolare si è talmente radicato in noi e nella nostra società, da esserne diventato parte integrante.
La levata di scudi da parte della Chiesa contro questa visione consumistica -o perlomeno distorta- del Natale arriva puntuale ogni anno: ci viene ricordato come il 25 dicembre rappresenti il giorno del Signore, la nascita di Cristo, la venuta di Dio -che si fa uomo- sulla Terra, per salvare l'Umanità dal male. Criticare negativamente chi cerca di difendere il vero -secondo lui- significato del Natale, ma anche chi vede questa data come una festività qualsiasi, esula dai propositi che si pone questo articolo: ogni singola persona avrà in merito un'opinione diversa.

Tuttavia, quando si parla di "rimando alla Tradizione Cristiana" per quanto riguarda il 25 dicembre, non si può non tenere in considerazione ciò che veramente rappresenta questo giorno, e ciò che ha significato per tutti gli uomini che hanno vissuto su questo pianeta da 5000 anni fa fino all'espansione e alla grande conversione cristina che ha investito gran parte delle terre europee e non solo, a partire dal I secolo (naturalmente tracciare una cartina ben delineata di questa conversione è di difficile attuazione, come appare difficile affermare in che proporzioni sopravvive la componente cosiddetta "pagana", fedeli agli antichi culti delle divinità naturali).
Il Cristianesimo, ma assieme ad esso altri numeorsi culti, rivendica la paternità del 25 dicembre come data-chiave per la propria dottrina: in quel giorno, 2010 anni fa, nacque Gesù Cristo, annunciato da una stella dell'Est e partorito dalla vergine Maria, e che dopo aver divulgato il messaggio di Dio assieme ai suoi dodici discepoli venne crocifisso, per poi risorgere tre giorni dopo. Ma come abbiamo già detto, numerosi altri culti fanno risalire a questa data la nascita di svariate divinità, attribuendo ad esse caratteristiche e attività svolte molto simili a quelle riconducibili alla figura di Gesù: Dioniso, divinità della mitologia trace e greca, nato il 25 dicembre da Zeus e da una vergine, crocifisso e risorto dopo tre giorni; Horus, divinità egizia nata dalla vergine Isis-Meri il 25 dicmbre, seguito da dodici discepoli -e tradito da uno di essi-, morto crocifisso e risorto tre giorni dopo; Attis, divinità frigia, anch'esso nato il 25 dicembre e risorto dopo esser stato crocifisso; Mitra, persiano, nato il 25 dicembre da una vergine, morto e risorto tre giorni dopo. Oltre a questi culti, ce ne sono decine e decine che riprendono buona parte dello schema della vita di Gesù Cristo e di queste divinità: da Zoroastro a Odino, da Baal a Quirino, da Krishna a Bali, solo per citarne i più conosciuti.
Ma tutto questo perché? Cosa ha spinto popoli così lontani tra loro e così diversi ad incentrare il culto della propria divinità seconda una griglia ben definita? Com'è possibile che il Cristianesimo abbia così tante similitudini con antichi culti, che sono stati, da sempre, definiti dalla Chiesa e dalla teologia, come credenze mitologiche e nulla più? Possibile che dietro a tutto ciò ci sia un'unica orgine?
La risposta è 'sì': tutti questi culti si rifanno senza dubbio a uno dei culti più antichi, ovvero quello del Sole, risalente alla notte dei tempi dell'umanità, e che da sempre rappresenta il culmine dell'idolatria rivolta agli elementi naturali.
Discorrendo tra le varie peculiarità che caratterizzano la figura di Cristo e di tutte le altre divinità -ma per comodità basterà rifarsi al Messia cristiano per confrontarne le similitudini- ci si accorge quanto tutte queste caratteristiche attingano alla tradizione astronomica del culto del Sole.
Innanzitutto, la scelta del 25 dicembre. Come ben sappiamo, il 22 dicembre ricorre il Solstizio d'inverno: il Sole, nell'emisfero settentrionale, tocca il punto più basso dell'anno, rendendo la notte la più lunga di tutte quelle dei 365 giorni. Tra il 22 ed il 24 dicembre, il Sole si muove in modo quasi impercettibile verso Sud, tanto da "sembrare fermo" (come fosse morto!). Curioso appare poi che questo leggero movimento non avvenga in direzione di una costellazione dal nome qualsiasi, ma bensì della cosiddtta Croce del Sud. Terminata questa fase di apparente stallo, il 25 dicembre la stella più vicina alla Terra si muove di circa un grado, non più però in direzione Sud, bensì in direzione Nord, preludendo giornate più lunghe e una luce che piano piano torna a riaffacciarsi più forte e potente nel nostro emisfero.
Ora, le similitudini che intercorrono tra la nascita di Cristo, ma soprattutto la sua resurrezione avvenuta dopo tre giorni, dopo esser stato messo in croce, e l'effettiva "nascita-rinascita" del Sole nei cieli a Nord dell'Equatore, ci appaiono sorprendenti.
Sempre per quanto concerne altri elementi correlati alla nascita di Gesù, pare indiscutibile come la tradizione cristiana abbia ripreso quella pagana.
La Bibbia e il Vangelo indicano come luogo di nascita del Messia la città di Betlemme, traduzione italiana dell'ebraico Beit Lehem, ossia "casa del pane"; la madre, Maria, invece, viene identificata come una vergine. Appare sorprendente che la costellazione della Vergine venga indicata anche come "casa del pane": infatti, la costellazione è formata da una vergine stilizzata che tiene un covone di grano, simbolo che viene associato alla vendemmia e alla mietitura. Inoltre, il simbolo che viene utilizato in astrologia per indicare questo segno zodiacale riprende un antico geroglifico egizio, che ci appare simile ad una "M": non a caso molte delle madri vergini delle divinità prima elencate hano nomi che iniziano con questa lettera (basti pensare a Maria, a Maya, a Mira...).
E sempre secondo la tradizione cristiana, la nascita di Cristo venne annunciata ai tre Magi e al popolo da una "stella dell'Est": se il 24 dicembre analizziamo un quadro astronomico, ci accorgiamo che Sirio, la stella più luminosa del cielo, si trova allineata alle tre stelle principali della Cintura di Orione -dette "i tre re", riamando evidente ai Magi-, per poi essere perfettamente in asse con la prima il giorno successivo, ossia il 25.
Di natura astronomica risulta essere anche la scelta del numero '12' come numero sacro. Considerando la figura di Gesù come metafora della divinità solare, i dodici discepoli richiamano subito i dodici mesi dell'anno attraverso cui il Sole si muove durante l'anno (ma anche i dodici segni zodiacali se vogliamo rifarci all'astrologia piuttosto che all'astronomia, tenendo conto che le due discipline sono spesso avvicinabili per quanto concerne lo studi dei culti pagani). Per rimarcare l'importanza di questo numero, basti pensare che nella Bibbia esso ricorre in muerosi episodi: sono dodici le tribù, i re ed i giudici d'Israele, i grandi patriarchi, i fratelli di Giuseppe, senza scordare che proprio a dodici anni Gesù entra nel tempio per la prima volta.
A riprova di ciò, supporta questa tesi il simbolo pagano della croce celtica (una croce iscritta in un cerchio), che erroneamente a quanto si crede, non fu utilizzata per primo da Sant'Agostino per testimoniare il sincretismo cristiano-pagano dei paesi celti, ma affonda le proprie radici, appunto, nel culto solare. La croce -che è formata da due assi che ai loro vetici indicano i due solstizi e i due equinozi- divide, infatti, in quattro sezioni -le quattro stagioni- lo zodiaco: al centro, il Sole è rappresentato con un cerchio.
Da notare che, come avevano già individuato gli Egizi, ogni 2150 ani, all'alba dell'equinozio di primavera, il Sole sorge in corrispondenza di un diverso segno zodiacale, in accordo con il fenomeno detto "precessione degli equinozi". Per compiere un intero giro attraverso le dodici costellazioni, il Sole abbisogna di 25765 anni, ossia 2150 per ogni "spostamento" di segno. Secondo gli Egizi, oggi, e per i prossimi 140 anni, ci troviamo nell'Era dei Pesci, Era che lasceremo poi per entrare in quella dell'Acquario, il segno che segue. Appare curioso che in un versetto del Vangelo di Luca, Gesù inviti il popolo a seguire "un uomo che porta una brocca d'acqua" per festeggiare la Pasqua, una volta che egli non sarà più presente: è l'invito di Gesù -tradizionalmente conosciuto come un pescatore, e adirittura simboleggiato da un pesce stilizzato- ad entrare nell'Era dell'Acquario, una volta terminata quella dei Pesci.
Ricercare le origini di una religione non ci permette soltanto di passare al settaccio tutta una serie di errori storici e di false convinzioni che ci sono state tramandate come vere: cercare di comprendere la provenienza di un culto, la sua essenza intrinseca ci aiutano a capire l'intera storia dell'umanità, e dei rapporti che -volente o nolente- sono da sempre intercorsi tra gli uomini e ciò che viene definito come divino.
Arrivare a dimostare senza margine di errore la comunanza tra una religione affermata come il Cristianesimo e culti che vengono dai più considerati come mere superstizioni legate al passato, è sicuamente molto difficile. Tuttavia riscontrare come la figura principale di una religione, ossia Gesù Cristo, ma non dimenticando tutte le altre, abbia dei punti di contatto così evidenti con un culto pagano legato a fenomeni astrologici e naturali ci deve far riflettere. Venerare il Sole, l'Aria, il Fuoco, o qualsiasi altro elemento naturale potrebbe apparire qualcosa di atavico e lontano dal nostro pensiero; ma rendersi conto che le nostre vite dipendono in buona parte da questi elementi e da questi fenomeni rappresenterebbe un bel passo avanti per cercare di carpire il significato di rispetto per la Natura che, sotto sotto, le religioni portano con sé.

3 commenti:

Stefano Tieri ha detto...

Per quanto riguarda la figura di Gesù Cristo, storicamente non è nata in dicembre... Però è curioso, in effetti, notare come le date vengano fatte concidere sin dall'inizio della storia del cristianesimo... Si voleva forse rendere meno "estraneo" il culto al popolo romano?

Convenor ha detto...

Vi prego di farmi il grande favore di aggiungere il nostro weblog umile dall'Irlanda alla vostra lista. www.catholicheritage.blogspot.com

Grazie

Convocatore
Associazione San Conleth d'Eredità cattolica

Anonimo ha detto...

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