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02/12/09

Trattato di Lisbona: storia di un'oligarchia che ha distrutto l'Europa

di Lorenzo Natural


La storia moderna e contemporanea ha instillato come valore principale nelle democrazie dei nostri Paesi la sovranità popolare: la nostra stessa Costituzione, nel primo dei dodici Principii Fondamentali, afferma come la sovranità appartenga al popolo [1]. Tuttavia, nonostante sia stato più volte rimarcato l'alto valore democratico degli Stati che costituiscono il nucleo storico dell'Europa, sembra proprio che il destino del Vecchio Continente viri sempre più verso un futuro in cui i cittadini perderanno - ma lo stanno già perdendo! - il diritto di venire rappresentati da una forma di governo e da politici da loro eletti. Lo strumento che sta orientando l'Europa verso questa nuova era è il famigerato, ma nei contenuti oscuro ai più, Trattato di Lisbona[2]. Ma in cosa consiste esattamente questo trattato? Perché un documento che potrebbe rappresentare un cambiamento cruciale della storia del continente europeo viene continuamente trascurato e obnubilato dai mass-media, dai politici, dai salotti televisivi e dagli esperti in materia?
Innanzitutto, la prima considerazione da fare riguarda la mera etimologia del nome: il Trattato di Lisbona - firmato il 13 dicembre 2007 nella capitale portoghese - non è altro che la "correzione" redatta sotto altro nome della Costituzione Europea, la quale è stata bocciata dal 'no' dei referendum tenutesi in Francia e Paesi Bassi del 2005 [3]. L'unica sostanziale differenza, che potrebbe apparire banale, sta appunto nel nome di questo accordo: per far sì che una Costituzione possa entrare in vigore, infatti, è assolutamente necessario che sia indetto un referendum; è quindi il popolo sovrano a decidere circa la sua ratifica. Il paradosso sembra evidente: con questa subdola macchinazione, "usando una diversa terminologia senza cambiare la sostanza legale" - come Angela Merkel, cancelliere tedesco, ha invitato a operare per uscire dall'impasse creatosi con il 'no' dei due referendum -, l'Unione Europea, di fatto, imporrà ai suoi cittadini una costituzione mascherata da trattato, senza che essi possano esprimersi a riguardo. In Irlanda, unico Paese in cui il Trattato è stato sottoposto a referendum grazie a una particolare legge costituzionale nazionale, esso è stato dapprima bocciato, per poi esser stato riproposto il 2 ottobre scorso, con esito inverso: nel mezzo delle due votazioni, la Repubblica d'Irlanda ha vissuto un periodo di crisi fortissima, con l'aumento del 18% di disoccupazione in un anno e con il Paese sull'orlo della bancarotta, evitata, guarda caso, dall'intervento della Banca Centrale Europea che ha stanziato 120 miliardi di Euro per risollevarne l'economia poche settimane prima della seconda votazione [4]. Pura coincidenza che i cittadini irlandesi, impauriti dall'avvento di una seconda crisi, abbiano deciso di adeguarsi alla volontà degli altri governi europei??

Dal punto di vista strutturale, inoltre, il Trattato di Lisbona risulta essere quantomeno di difficile interpretazione, se non addirittura illeggibile per la maggior parte della popolazione: 329 pagine di emendamenti e rimandi ad altri testi come la Carta dei Diritti Fondamentali, il Trattato sull'Unione Europea (TUE), il Trattato che istituisce la Comunità Europea (TCE) e il Trattato Euratom -sembrano in effetti voler confermare la volontà di rendere poco comprensibile il Trattato (sommando tutti i vari documenti a cui esso rimanda si arriva a circa tremila pagine di testo!), tesi sostenuta pure dal presidente della Convenzione Europea, Valery Giscard d'Estaing [5]. Insomma, lo scopo dei promotori del progetto sembra proprio quello di voler tenere all'oscuro i cittadini riguardo le tematiche e i contenuti di questo documento.
Provate a fare uno sforzo mnemonico: cercate di pensare a quante volte avete letto, sentito, visto dibattiti o interventi su questo argomento. Il silenzio dei media e dei politici su questo tema non solo è assordante, ma agghiacciante.
Nigel Farage, attuale co-presidente del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, durante la seduta del Parlamento Europeo del 7 giugno 2007 [6], ha accusato i governi europei di "assemblare il Trattato in segreto" e di "non voler coinvolgere i cittadini europei, avendo paura che più scopriranno i loro grandiosi piani più probabile sarà che votino 'no' ". Ma di che "piani" sta parlando Farage?
Naturalmente tutta questa segretezza, tutto questo meccanismo attuato per lasciare da parte il popolo, non possono che essere interpretati come segnali nefasti per il futuro dell'Europa. Tra emendamenti modificati, rimandi ad altri trattati e proposizioni articolate, non possiamo restare indifferenti di fronte ad articoli che costituiscono una seria minaccia alle basi democratiche tanto care all'Unione Europea: minacce di stravolgimenti sul piano governativo, legislativo, sociale e della giustizia.

Il Trattato di Lisbona avrà un potere che sarà superiore alle costituzioni dei singoli Stati membri dell'UE; le leggi europee avranno maggior validità rispetto a quelle italiane, francesi o danesi: dovremo abituarci a essere considerati cittadini europei prima che cittadini del nostro Paese. Sebbene ciò possa rappresentare un punto d'incontro accettabile per gettare le basi per un blocco europeo forte e non più succube della politica russa e di quella a stelle e strisce, è del tutto inaccettabile che a decidere su tutti gli ambiti che riguardano la vita politica, economica e sociale dei Paesi europei sia una commissione formata da membri non eletti dai cittadini europei. Infatti, la Commissione Europea, che si occuperà della parte legislativa dell'Unione, sarà formata da circa tremila - e sottolineo tremila - sottocommissioni di politici e burocrati non eletti dai cittadini. Come se non bastasse, l'unico palazzo in cui siedono politici da noi eletti, ovvero il Parlamento Europeo, vedrà assottigliarsi il raggio d'azione in cui verrà chiamato a esprimersi. Oltre a perdere il potere di veto in ben sessantotto campi, in ogni caso - ad eccezione di ambiti collaterali - dovrà esprimere la maggioranza assoluta per impedire che una legge promulgata dalla Commissione Europea venga bocciata: permettetemi di pensare che poter mettere d'accordo 736 eurodeputati sia quantomeno improbabile, se non addirittura utopico. Insomma, l'unica istituzione europea con membri eletti dai cittadini, invece che veder aumentare il proprio potere, cadrà inevitabilmente nell'oblio, per occupare un ritaglio di spazio sempre più minuto, assumendo poteri paragonabili per importanza a quelli che attualmente esercita il nostro Presidente della Repubblica. Alla faccia della democrazia europea.
D'altro canto, una figura che fino a pochissimo tempo fa aveva una funzione quasi prettamente simbolica come quella del Presidente Europeo, con il Trattato di Lisbona, invece, assumerà un ruolo di spicco. E stranamente nemmeno questa figura verrà eletta dal popolo europei (non mi pare che i cittadini siano stati chiamati in causa per l'elezione di Herman van Rompuy, che sarà il primo a ricoprire questa carica). I poteri del Presidente saranno tutt'altro che marginali: oltre a stringere accordi internazionali con altri Paesi, avrà anche la possibilità di dichiarare guerra a uno Stato come "Europa" senza il permesso dell'ONU (niente di diverso rispetto alla politica statunitense, peraltro). In questo caso, un Paese membro non potrà dichiararsi neutrale, ma potrà solamente astenersi "costruttivamente". Tale "possibilità" è stata introdotta con il nuovo articolo 23 del Trattato sull'Unione Europea (TUE) [7], il quale prevede che se l'astensione è accompagnata da una dichiarazione formale, lo Stato membro in questione non è tenuto ad applicare la decisione pur accettando che questa impegni l'Unione. Pertanto, tale Stato membro è tenuto ad evitare ogni comportamento che possa ostacolare l'azione dell'UE basata su tale decisione. A conti fatti, Paesi neutrali in questo campo come Austria e Finlandia non potranno più esercitare il loro status: un passo molto incoraggiante verso un'Europa improntata al mantenimento della pace.

Se dal punto di vista governativo la situazione non appare delle più rosee, per usare un eufemismo, per quanto concerne il sociale, il Trattato di Lisbona appare poco propenso a prendere le difese dei lavoratori, prediligendo articoli che tutelino le grandi multinazionali che operano sul territorio europeo e non. Guarda caso, secondo alcuni sondaggi usciti in concomitanza con i referendum del 2005 per l'approvazione della Costituzione Europea, la poca attenzione dedicata alla tutela dei lavoratori e i tagli nel campo del sociale sono due dei punti per cui Olandesi e Francesi hanno bocciato il referendum.
Un esempio lampante è testimoniato dal fatto che il Trattato di Lisbona dà priorità all'aumento della produzione agricola europea - già notevolmente finanziata - tralasciando le condizioni lavorative dei braccianti e non occupandosi dei pericoli dell'impatto ambientale dell'espansione di quel settore, fra i più inquinanti del mondo [8].
Oltre a ciò, il Protocollo 6 del Trattato [9], introduce la "libera concorrenza senza distorsioni", che applicata al commercio europeo significa nessuna tutela di Stato nei Paesi svantaggiati a favore delle ricche economie dei Paesi più forti: se l'Italia volesse stanziare dei fondi a favore di una regione più arretrata, ad esempio, avrebbe problemi a farlo se ciò dovesse influire sulla "libera concorrenza".

Nonostante i problemi già presentati siano sufficienti ad allarmarci, l'argomento che più dovrebbe preoccupare le coscienze dei liberi cittadini riguarda la possibilità che venga reintrodotta la pena di morte in Europa. Il Trattato, infatti, prevede che, in caso di guerra o di crisi europea, possa essere introdotta, in alcuni casi, la pena di morte [10]: ora, cosa significa "stato di crisi europea"? La Corte di Giustizia, in base a che criteri deciderà il livello di crisi? E in che ambiti verrà applicata?
Dulcis in fundo, il punto 2 dell'articolo 2 - riguardante il diritto alla vita - del Trattato dell'Unione Europea sentenzia che "La morte non si considera inflitta in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario [...] per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o una insurrezione." [11] . Anche qui i dubbi sorgono spontanei: cosa viene inteso per "sommossa"? La polizia avrà carta bianca per eliminare indiscriminatamente ogni manifestazione contraria all'ordine costituito? Assisteremo di nuovo a repressioni bagnate di sangue, senza che i colpevoli vengano puniti?

In sintesi, il Trattato di Lisbona appare sempre più come lo strumento principale usato dai governi plutocratici europei per architettare un vero e proprio "colpo di Stato" a insaputa di 500 milioni di liberi cittadini. Tuttavia, non dobbiamo restare passivi ancora una volta dinanzi a questo ennesimo tentativo di imbrigliare le nostre libertà e le millenarie tradizioni del nostro continente, accantonando per una volta i contrasti nazionali e cercando di far conoscere a più persone possibili l'oscuro progetto che questi politici affaristi hanno disegnato per trasformare l'Europa in un'organizzazione daneistocratica votata al profitto dei banchieri e delle multinazionali e al controllo delle libertà dei singoli cittadini.

Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma sono i governi che devono aver paura dei propri popoli. - Thomas Jefferson




Note

[1] vedi art.1 della Costituzione della Repubblica Italiana http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.htm
[2] vedi testo del Trattato di Lisbona http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:C:2007:306:SOM:IT:HTML
[3] http://www.politichecomunitarie.it/comunicazione/7420/referendum-in-francia-no-alla-costituzione-europea
[4] http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/10/3/irlanda-verso-la-vittoria-del-si.html
[5] http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139
[6] vedi video del discorso di Farage http://www.youtube.com/watch?v=Z3h0kf6sKIc
[7] vedi nota [5]
[8] vedi nota [5]http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=4312845773464376975&postID=406508185518997046
[9] vedi i rimandi del Trattato di Lisbona agli altri trattati correlati
[10] http://conventions.coe.int/Treaty/ita/Treaties/Html/114.htm
[11] vedi modifica art.2 del Trattato dell'Unione Europea e/o http://newstandout.blogspot.com/2009/10/il-trattato-di-lisbona-reintriduce-la.html




44 commenti:

Stefano Tieri ha detto...

l'Europa dei banchieri prende sempre più forza, come se la (più che recente) crisi del modello capitalistico non ci sia mai stata...

Tommaso Ramella ha detto...

purtroppo quando liberismo e liberalismo, componenti fondamentali del capitalismo, schiacciano ogni forma di pensiero sociale, non si può che crollare in uno stato d'ingiustizia...e non sto dicendo che bisognerebbe instaurare un regime comunista, esperienza che è stata già pagata a caro prezzo, quello di cui c'è bisogno è una mediazione tra individuo e società, anche se l'Europa in questo momento sembra avere idee ben diverse al riguardo visti gli esiti delle ultime europee.

Lorenzo Natural ha detto...

Non è questa l'Europa che sognavamo... Ora come ora non siamo altro che succubi della politica USA: d'altronde così è stato deciso circa 65 anni fa; e ora ne paghiamo le conseguenze.

Andrea T. ha detto...

Devo dire che qui mi aspettavo dei commenti più concreti. L'articolo è scritto bene nel complesso e quindi quello che desidero commentare è il tema trattato.
Prima di tutto son andato a vedere un po' chi è Paolo Barnard (http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Barnard) visto che citi ed esponi la sua teoria.

Citare l'articolo 1 della nostra Costituzione è fuorviante: "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
Il popolo è il vero titolare della potestà suprema, ma tale potere non è illimitato e viene esercitato secondo 2 modelli: democrazia rappresentativa e diretta.

La democrazia diretta in Italia si esprime in maggior rilievo, con il referendum abrogativo. Nessun referendum sulla proposta di una legge, ma sull'abrogazione di una legge votata dal Parlamento, ovvero dal popolo.

Andrea T. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea T. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea T. ha detto...

Sono d'accordo, come è accaduto per il voto del Parlamento europeo, che siano i cittadini dei singoli stati a votare i propri rappresentanti.

Ma da qui a dire che i cittadini degli stati dovrebbero votare con un referendum il Trattato di Lisbona è assolutamente fuori dalla ragione e dalla storia (sono dunque critico per la scelta di farlo votare nel 2005 in Francia e Olanda).

Si può votare con referendum, come accaduto nel '46 in Italia, per scegliere la forma di governo o l'Assemblea Costituente, che poi scrisse la Costituzione.

Comunque sia, se veramente ci fossero queste disposizioni che ledono le libertà dell'individuo, o la pena di morte, esse, per fare un esempio, non possono essere recepite in Italia, tanto per dire. Perchè? La Costituzione è, nella gerarchia delle fonti, al primo posto, e qualsiasi trattato europeo o decisione presa dall'Europa, passa attraverso il "controllo di qualità" della nostra Carta. Se venisse tirata in ballo la pena di morte, andrebbe in contrasto con l'articolo 2 della Costituzione.

Che l'argomento venga poi trascurato dagli esperti in materia è, lasciamelo dire, parlare senza cognizione di causa. Gli studiosi del diritto si dedicano a tutti i temi giuridici, come vuoi che non abbiano trattato uno di tale importanza: ho un libro a casa, uscito l'anno scorso, che si chiama 'L'europa del diritto' di Mauro Barberis, e si sofferma anche sul trattato di Lisbona; ne ho visto uno alla Goliardica, che analizza in maniera efficace lo stesso trattato.

-possibilità di dichiarare guerra a uno Stato come "Europa" senza il permesso dell'ONU-
Ma di cosa stiamo parlando???
L'ONU non può dare il permesso di dichiarare guerra ad uno stato. Articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite. Il fine dell'ONU è esattamente l'opposto. Mantenere la pace e se prende delle decisioni come l'intervento militare, è azione collettiva tesa alla rimozione delle minacce alla pace...
Se uno stato dichiara guerra, come fecero gli USA con l'Iraq, lo fanno in violazione a questa Carta.

-un vero e proprio "colpo di Stato" a insaputa di 500 milioni di liberi cittadini-
-restare passivi ancora una volta dinanzi a questo ennesimo tentativo di imbrigliare le nostre libertà e le millenarie tradizioni del nostro continente-
Ma siamo seri suvvia...

Sto giungendo alla fine dell'articolo, quando mi sovviene il dubbio che questo link http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:C:2007:306:SOM:IT:HTML
citato da Lorenzo, non l'abbia letto nessuno.
Prima di tutto il trattato di Lisbona è stato firmato da capi di Stato, come quello italiano e così via, e di governo.
Vorremmo credere che ci sia un complotto e sia coinvolto una persona dell'elevatura di Giorgio Napolitano, che possiamo dire tutto, ma che non rappresenti gli italiani e il loro bene?
In secondo luogo non c'è traccia di questa storia sulla pena di morte, quindi le eventuali discussioni cadono nel vuoto.

Cito il tuo stesso sito http://europa.eu/lisbon_treaty/index_it.htm
-Il trattato accresce il potere legislativo del Parlamento, consentendogli di incidere come non mai sulle politiche europee. Nella procedura di codecisione, estesa a settori come l'immigrazione, il bilancio dell'UE e l'energia, il Parlamento si trova ora in una posizione paritaria rispetto al Consiglio. L'obiettivo è rendere l'UE più responsabile nei confronti dei suoi cittadini.-

e prego di leggere http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Lisbona la buon vecchia wikipedia, che tanto ha da insegnare.

Il Trattato di Lisbona è già entrato in vigore, l'1 dicembre 2009.

Andrea T. ha detto...

Ritengo, Stefano, che la recente crisi economica dimostri solo quanto il capitalismo abbia bisogno di regole perchè non ci siano profittatori e speculatori che sfruttino il modello capitalista.

Andrea T. ha detto...

Succubi delle decisioni dell'USA? Mah con la guerra in Iraq, ci sono stati Nazioni che non hanno inviato soldati per dire, o appoggiato la liceità (da un punto di vista internazionalistico) delle azioni americane.
Se l'Italia sia succube delle decisioni USA è un altro paio di maniche: tutto dipende molto dai governi e dai loro orientamenti.

Stefano Tieri ha detto...

rispondo solo al commento rivolto a me: è nell'anima del capitalismo che è insito l'andare oltre determinate regole al fine di un maggior guadagno. Quando c'è di mezzo il denaro, non c'è legge che tenga...

Andrea T. ha detto...

Secondo me, Tommaso, il fatto che ci siano stato quell'esito alle ultime europee, sai cosa dimostra?
Che i cittadini italiani, come quelli europei, non sentano o non siano interessati, in gran parte, alle problematiche sociali.

La causa principale? L'omertà. E in questi casi, mi riferisco all'Italia soprattutto, l'unico paese che conosco sul serio.
Prendi per esempio il primo articolo che ho scritto: ho trattato di una tematica sociale rilevante e attuale (ma che può "cozzare" con presunti convincimenti religiosi e morali). Nessun commento, il silenzio domina.
E così su altre questioni come il lavoro nero (che ci viene ricordato da pochi giornalisti d'inchiesta), la situazione delle carceri, la discriminazione dei musulmani e così via. Ogni tanto sentiamo un eco del problema, grazie al fracasso dei media, poi ricade nell'oblio, con poche persone veramente interessate a ricordare o cambiare le cose.

Andrea T. ha detto...

Mah, io ho studiato un po' di economia, e nell'anima del capitalismo c'è il guadagno, ma non sfrenato. Il maggior guadagno è insito nell'anima degli uomini.

Tommaso Ramella ha detto...

Andrea, premesso che sono assolutamente d'accordo con te riguardo il problema dell'assenza di una seria discussione riguardo problemi etici e morali, non posso condividere l'idea espressa nell'ultima frase: "...nell'anima del capitalismo c'è il guadagno, ma non sfrenato. Il maggior guadagno è insito nell'anima degli uomini." E' troppo comodo attribuire alla natura dell'uomo l'egoismo e l'avarizia, sarebbe come dire che un omicida dovrebbe avere un'attenuante in quanto naturalmente predisposto a uccidere. Il capitalismo ha già dimostrato la sua natura "selvaggia" più volte, e se nell'ultimo secolo ha predisposto alcune forme di tutela queste non sono certo in funzione del benessere dei cittadini, ma della propria conservazione (penso a cartelli, prezzi fissi etc etc). E' vero che l'uomo è naturalmente portato al "guadagno", ma al "guadagno" inteso come ricerca del bene, della felicità o comunque si voglia chiamare: è uno spregevole trucco convincere la gente che è attraverso il guadagno economico che si ottiene un "guadagno" di felicità.

Tommaso Ramella ha detto...

Per quanto riguarda l'assenza di commenti sul tuo articolo, devo dire che confesso di essere troppo ignorante in materia giuridica per discuterne da quel punto di vista...dal punto di vista etico, non potrei essere più d'accordo con te, ma hai ragione, dovremmo farci tutti un esame di coscienza e vedere perchè non abbiamo il coraggio di parlare apertamente di un tema come la violenza sugli omosessuali...penso che sarebbe doveroso dedicare un incontro di pot-pourri a questo tema, proprio per cercare di rendere effettiva la nostra dichiarata tolleranza.

Stefano Tieri ha detto...

Tommaso, per il problema-capitalismo non avrei saputo utilizzare parole più appropriate...
«Il maggior guadagno è insito nell'anima degli uomini». Non sono d'accordo, lo è solo in coloro che sono relegati al mondo materiale, la cui vita si svolge lungo la “linea orizzontale” che si oppone a quella verticale (usando le parole di Battiato). E sia ben chiaro: con linea verticale non mi riferisco alla via mistico-religiosa (che pur è una soluzione per superare una determinata visione del mondo materiale), tutt'altro...

Lorenzo Natural ha detto...

Andrea, hai messo parecchia carne al fuoco, e te ne ringrazio, era il mio a
obiettivo. In pillole:

1-tu dici che sei contrario alla votazione da parte del popolo per introdurre o meno il Trattato/Costituzione: io la vedo diversamente; il popolo deve essere interpellato in una decisione così grande. Che poi non ne abbia cognizione di causa è un altro discorso (secondo questo ragionamento 50milioni di persone su 60, in Italia, non dovrebbero nemmeno votare per la poca conoscenza in materia).

2-Dici che gli esperti in materia ne parlano: hai ragione (errore mio nel testo); sarà certo così. Ma i politici? I media?

3-dobbiamo fidarci di una persona "di grande elevatura come Giorgio Napolitano". Ha dimostrato di non amare il suo popolo nel passato, ha appoggiato un regime che ha ucciso centinaia di Italiani. Tanto mi basta per non avere fiducia in lui.

4-La parte in corsivo finale è copiata pari pari dalla modifica dell'articolo 2 (Diritto alla Vita) del Trattato dell'UE.

5-Wikipedia... No comment

Su altre cose che hai scritto non credo sia il luogo adatto commentare. Ti ringrazio per i commenti costruttivi, segno che comunque a qualcosa il mio articolo è servito. Non metto in dubbio di essere "coinvolto" nell'argomento, cosa che magari ha un po' influenzato il mio scritto. Tuttavia, credo che le diversità su alcuni punti siano semplicemente dovute a una diversa visione politica che abbiamo.

Andrea T. ha detto...

Il capitalismo è sinonimo di legge della domanda e dell'offerta. spiegandola semplicemente, la quantità di beni prodotta e la quantità di beni richiesta, si equivalgono, in un punto specifico, detto punto di equilibrio. Il punto di equilibrio corrisponde ad una buona situazione economica del mercato, quindi della società.

Se l'avarizia non è insita nell'animo umano dove dovrebbe essere insita? nel capitalismo??? una teoria economica creata dagli uomini e applicata dagli uomini. Il capitalismo non ha predisposto nessuna forma di tutela: sono gli uomini, economisti o politici, che vedendo le debolezza della teoria, cercano di regolamentarla, affinchè non venga sfruttata.
Di sicuro non sono stato chiaro: non voglio certo sostenere che solo l'avarizia è insita nell'animo e che essa sia insita in tutti gli uomini della Terra. Nell'animo umano sono insiti tutta una serie di variati comportamenti sia positivi che negativi, che poi prevalgano gli uni o gli altri, e per quale motivo essi prevalgano, è altra questione.

Andrea T. ha detto...

grazie a te che mi rispondi, spero di non esserti sembrato scontroso, ma quando scrivo di ste cose mi infervoro^^

1 secondo me il popolo non deve dare un voto, a parte il fatto della preparazione giuridica, per una ragione politica: c'è chi è contrario all'UE perchè regolamenta a livello europeo l'economia, chi è contrario perchè vuole assolutamente il riconoscimento delle radici cristiano-cattoliche dell'Europa (niente in contrario, ma a parità con tutte le altre culture-religioni, non in posizione di "supremazia") e così via.
Possono essere convinzioni legittime, ma che non vanno altre alle ragioni particolaristiche di religioni o convinzioni economiche ecc e non vedono l'UE come uno sforzo teso alla covivenza comune di popoli certo con culture, lingue differenti, ma nonostante ciò legate in modo assoluto ed indissolubile da tanti elementi.

2 riguardo i media e i politici non ho commentato, perchè hai ragione che ne han parlato poco o niente

3 beh quando finiremo di demonizzare il passato degli uomini politici che militavano in partiti (PCI) slegati dalla realtà comunista dell'URSS sarà sempre troppo tardi... Allora che dovrei dire di Fini(perdonami Stefano)? solo perchè era nel Msi, creato da ex fascisti, non dovrei ora considerarlo uno dei migliori politici italiani?
Quando si è più giovani magari si fanno delle scelte sbagliate, ma poi sono proprio quelle scelte "sbagliate" a renderti migliore da adulto o da vecchio... non sempre è così, comunque.

E poi è tutto da discutere riguardo al fatto di demonizzare uomini che hanno aderito al PCI senza magari conoscere cose succedeva in Russia e via discorrendo. Molti ne sono usciti, altri ne son entrati... sta a noi forse giudicare per quali motivi han compiuto una scelta del genere? Magari non c'era alternativa rispetto alle convinzioni che avevano.
E ancora... è anche grazie al partito comunista, che abbiamo la nostra Carta, i nostri 12 Principii Fondamentali. Quindi non generalizziamo.
Berlusconi è andato a parlare ed a elogiare uno dei peggiori tiranni oggi esistente (e comunista) in Bielorussia...
Azione che, tra l'altro, ha lasciato la comunità internazionale sbigottita. Lo devo considerare uno che appoggia un regime che sopprime le libertà e uccide la gente?

4 prossimo commento
5 wikipedia è il modo più democratico per ricevere le informazioni, e per un argomento come questo, le fonti sono molte e i dati ricchi.

Sulla visione politica è probabile, visto che, per quanto mi riguarda, essa è assai variegata.

Andrea T. ha detto...

copio da http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2007:306:0010:0041:IT:PDF

l'articolo 2 del trattato

«Articolo 2
1. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli.
2. L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere
interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate
per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione
della criminalità e la lotta contro quest'ultima.
3. L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile
dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su
un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al
progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente.
Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico.
L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la
protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei
diritti del minore.
Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri.
Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e
sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo.
4. L'Unione istituisce un'unione economica e monetaria la cui moneta è l'euro.
5. Nelle relazioni con il resto del mondo l'Unione afferma e promuove i suoi valori e
interessi, contribuendo alla protezione dei suoi cittadini. Contribuisce alla pace, alla sicurezza,
allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al
commercio libero ed equo, all'eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in
particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto
internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite.
6. L'Unione persegue i suoi obiettivi con i mezzi appropriati, in ragione delle competenze
che le sono attribuite nei trattati.».

Andrea T. ha detto...

(Non vedo l'ora di poter scrivere su un forum, dove si possono "editare" i commenti^_^

punto 1... ma che non vanno Oltre... )

Stefano Tieri ha detto...

«il capitalismo è sinonimo di legge della domanda e dell'offerta. spiegandola semplicemente, la quantità di beni prodotta e la quantità di beni richiesta»

Già, ma il tutto è degenerato da quando il fine ultimo della produzione, che prima era il consumo, è diventato la produzione stessa! Noi oggi produciamo per produrre, per mantenere in vita un meccanismo basato sul debito...

Andrea T. ha detto...

che venga prodotto piu di quanto serve, è per il profitto di pochi uomini, ma pur sempre uomini^^
"ma il tutto è degenerato da quando il fine ultimo della produzione..."-nessuno sostiene il contrario, almeno di chi è intervenuto in sti commenti.

Se riportavi tutta la definizione che ho citato, quello che hai detto, rientra perfettamente: se la produzione aumenta troppo, il punto di equilibrio si sposta, e ciò comporta una situazione negativa per il mercato e quindi la società.

Stiamo dicendo la stessa cosa ^^

Lorenzo Natural ha detto...

Andrea, il mio discorso su Napolitano non è tanto sulla sua militanza politica, quanto su alcuni gesti totalmente ipocriti che ha fatto recentemente nei confronti di Italiani e figli di Italiani (discorso chiuso).

ps: il mio "articolo 2" è riferito al Trattato dell'unione Europea a cui il Trattato di Lisbona parla, e non il Trattato di Lisbona stesso.

Tommaso Ramella ha detto...

Ahah, Andrea, nel mio commento non intendevo certo dire che il capitalismo di per sé sia avaro: il punto è che non pone limite all'avarizia dei singoli, come tu stesso affermi, e chi lo applica fondamentalmente non è interessato a cambiare la situazione. "che venga prodotto piu di quanto serve, è per il profitto di pochi uomini, ma pur sempre uomini^^"...questo non è il bene della società, è il "bene" dell'individuo, se di bene si può parlare visto che ogni individuo vive in una società e quando la società collassa trascina tutti con sé. La vera sfida a mio parere è riuscire a razionalizzare il mercato: troppo spesso il singolo non sa cosa "domandare", e il meccanismo della domanda e dell'offerta puro e semplice non glie lo insegna. Se tutti in Italia volessero l'auto e il mercato rispondesse alla domanda con un'enorme offerta di auto...beh, possiamo facilmente immaginare quanto presto produttori e consumatori si troverebbero in imbarzazzo nello scoprire che in Italia non c'è petrolio né ricchezza sufficiente per garantire un'importazione adeguata a una diffusione dell'automobile. Il capitalismo serve effettivamente a migliorare il benessere della società solo se domanda e offerta obbediscono a una ragione etica, altrimenti ci si ritrova a pagare miliardi dei giocatori di calcio solo perchè milioni di persone vanno allo stadio, comprano le magliette e guardano la televisione.

Andrea T. ha detto...

che venga prodotto piu di quanto serve, è per il profitto di pochi uomini, ma pur sempre uomini^^"...questo non è il bene della società, è il "bene" dell'individuo

nessuno ha detto il contrario, rimarcavo il fatto che son sempre gli uomini che sfruttano a loro vantaggio la teoria capitalistica

E sono stato frainteso, se sembrava che volessi o meno difendere il capitalismo. Ho solo fatto notare quanto scritto sopra, ovvero che il capitalismo di per sè non è ne buono ne malvagio, dipende come viene utilizzato dagli uomini. Una mia tesi personale.

Per il resto non mi sento in grado di dissertare oltre sull'argomento, senza conoscere in modo chiaro o preciso, quello che sostengono Marx, Weber, Keynes e altri studiosi di questa tematica.

Andrea T. ha detto...

Ho trovato il link anche per il trattato dell'Unione Europea http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2008:115:0013:0045:IT:PDF

e se si va a leggere l'articolo 2, non c'è scritto quello che sostieni

l'articolo 4 del TUE, comma 2

2. L'Unione rispetta l'uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale
insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie
locali e regionali. Rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolare le funzioni di salvaguardia
dell'integrità territoriale, di mantenimento dell'ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale. In
particolare, la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza di ciascuno Stato membro.

niente di strano mi pare

Andrea T. ha detto...

l'articolo 2 del Trattato dell'Unione europea è questo:

L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia,
dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone
appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata
dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità
tra donne e uomini.

Andrea T. ha detto...

questo link che sosterrebbe che il trattato introduce la pena di morte

http://newstandout.blogspot.com/2009/10/il-trattato-di-lisbona-reintriduce-la.html

non porta da nessuna parte

Lorenzo Natural ha detto...

SESTO PROTOCOLLO AGGIUNTIVO DEL TUE:

Articolo 1 - Abolizione della pena di morte
La pena di morte è abolita. Nessuno può essere condannato a tale pena né giustiziato.
Articolo 2 - Pena di morte in tempo di guerra
Uno Stato può prevedere nella sua legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra; tale pena sarà applicata solo nei casi previsti da questa legislazione e conformemente alle sue disposizioni. Lo Stato comunicherà al Segretario Generale del Consiglio d'Europa le disposizioni rilevanti della legislazione in questione.

Lorenzo Natural ha detto...

l'Art.2 si riferiva al secondo punto in questione:

Articolo 2 - Diritto alla vita
1. Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel caso in cui il delitto è punito dalla legge con tale pena.
2. La morte non si considera inflitta in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:
1. per assicurare la difesa di ogni persona dalla violenza illegale;
2. per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;
3. per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o una insurrezione.

Andrea T. ha detto...

Non mi pare stessimo parlando di questo protocolo aggiuntivo
Articolo 2 - Pena di morte in tempo di guerra- è una deroga al principio base, in caso straordinario... un po' come nel diritto di guerra di qualsiasi paese europeo

io continuo a ripetere, se non poni nell'articolo un link istituzionale europeo o nazionale o internazionale dove si vedono scritte le stesse parole citate in
Articolo 2 - Diritto alla vita
1. Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge.... ,
rimani poco credibile.
Libero di fare come vuoi^^ ma, usando un'espressione metaforica, rimane "tanto sugo e poco arrosto".

cito nuovamente
Ho trovato il link anche per il trattato dell'Unione Europea http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2008:115:0013:0045:IT:PDF
l'articolo 2 del Trattato dell'Unione europea è questo:

L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia,
dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone
appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata
dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità
tra donne e uomini.

Questo è l'articolo. Se c'è questo diritto alla vita, presente in qualche protocollo o cosa, si può discutere.

Lorenzo Natural ha detto...

Guarda l'Articolo 2 http://conventions.coe.int/Treaty/ita/Treaties/Html/114.htm


Purtroppo il link "ufficiale" per questo punto non riesco a trovarlo, ma pure qui... http://www.studiperlapace.it/documentazione/europconv.html

Lorenzo Natural ha detto...

In sintesi: dici che la possibile reintroduzione in tempo di crisi o guerra per te è una deroga (in casi particolari)... Mah, non sono d'accordo "moralmente" (mia idea, che può tranquillamente esser opinabile e criticata negativamente): non è che se entriamo in guerra incominciamo a uccidere qualsiasi sospettato! Comunque il link ufficiale, l'ho trovato. ^^


Purtroppo sulla parte della repressione violenta, non ho ancora un link ufficiale, come lo chiami tu ^^. Fidati che lo troverò.


Hai fatto bene a essere cosi' puntiglioso, come ha detto tommaso, questo blog è un laboratorio, quindi si impara strada facendo. Quindi qualsiasi cosa mirata a migliorare il mio scritto mi è gradita.

Andrea T. ha detto...

http://www.studiperlapace.it/documentazione/europconv.html

qui parliamo della -Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali-, non del Trattato di Lisbona

Non è "per me una deroga"... anche in Italia ci può essere la pena di morte secondo il codice di guerra... ma c'è un tribunale speciale e tutte ste questioni... situazioni quanto mai impensabili (si spera)

Non è questione di essere puntiglioso, credimi... ti dico la verità: com'è presentato, e come se io mi mettessi a dire tutte le possibili cattiverie su Berlusconi, senza portar nessuna prova.

Luca ha detto...

Questa è la Carta dei diritti fondamentali http://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf (leggi art2 c2)

L'articolo citato viene invece dalla CEDU, firmata a Roma nel 1950 come parte degli accordi del Consiglio d'Europa, che in comune con la UE ha solo la bandiera!
Il gruppo "Europa della Libertà e della Democrazia"(di cui fa parte tra gli altri la lega nord) rappresenta la destra populista ed euroscettica nel parlamento, se volete sostenere le posizioni di Borghezio... fate voi.

Lorenzo Natural ha detto...

Adesso spiegami per favore dove viene scritto che sostengo le posizioni di Borghezio. Sono curioso.

Lorenzo Natural ha detto...

Per te, citare un discorso di un uomo come Farage vuol dire sostenere le posizioni di Borghezio??? Perdonami, ma mi viene da ridere. A me poco interessa se Farage è nel partito di Borghezio o Caruso o Ferrando o Berlusconi o la Mussolini o la Angeli o Fiore. Io ho citato quello che ha detto in merito un argomento.

Tommaso Ramella ha detto...

Come moderatore del Blog invito tutti a mantenere i commenti su un piano costruttivo e a non lasciare che la discussione precipiti in una serie di provocazioni...non si tratta di giudicare nessuno, atteniamoci ai contenuti dell'articolo

Lorenzo Natural ha detto...

Ha ragione Tommaso. Le provocazioni sono del tutto fuori luogo in questo blog.
E poi ci sono tanti altri articoli degni di nota come e anche piu' del mio in questo blog :)

Stefano Tieri ha detto...

per essere contrari a QUESTA Europa non occorre essere filo-leghisti ;)
E lo dice uno che odia a morte la Lega Nord...

Andrea T. ha detto...

Io credo di essermi attenuto ai contenuti dell'articolo.
E mi pare di aver dimostrato ampiamente, a tutti coloro che non avevano magari opinioni concrete sull'argomento trattato nell'articolo, che le tesi riportate son del tutto fuorvianti, mal argomentate e di parte.
Quindi io sono soddisfatto.

[Il commento lasciato da Stefano, perdonami se te lo dico, è del tutto fuori luogo.]

daniele ha detto...

Ho appena letto l'articolo e gran parte dei commenti,notando come alla fine si risolvessero in una poco costruttiva schermaglia di frecciatine tra persone dalle idee evidentemente diverse.tuttavia l'ho trovato molto interessante ed anzi tutta la discussine che ne è emersa mi ha fatto notare quanto io sia ignorante in materia,e quanto questo sia grave. mi spiego:sono all'ultimo anno di un liceo classico,non proprio l'ultima delle scuole,e di questo genere di argomenti sono ignorante nella maniera più assoluta. e con me posso immaginare qualche migliaio di giovani maturandi: a questo punto mi viene in mente con rammarico che dovrei essere in grado di votare in modo responsabile e consapevole!la verità è che c'è una distanza abissale tra il cittadino e la politica:le dimensioni e le coordinate della noostra società, dilatatesi nell'ultimo secolo, hanno fatto sì che sia sempre più difficile sentirsi concretamente parte di qualcosa di più grande del proprio orticello..e le conseguenze sono un disinteresse verso la politica straordinariamente nocivo:ci lamentiamo giustamente della classe dirigente,ma il nostro è un belare insoddisfatto e passivo..sono poche le persone che o per il particolare corso di studi che seguono o per una coscienza civile assorbita immagino dal contesto famigliare e culturale si documentano e sono in grado di comprendere almeno in parte le dinamiche della politica interna ed estera:figuriamoci di quella internazionale! sintetizzando sono piacevolmente sorpreso dell'argomento trattato nell'articolo,che spero spinga altre persone che come me saltuariamente sentono il richiamo al dovere civile,a documentarsi sulle più basilari fondamenta della nostra struttura politica ed etica:la costituzione,le sue funzioni,le sue limitazioni,ed il ruolo del cittadino.se argomenti come questi fossero discussi anche su una più larga scala,probabilmente gran parte delle nostre coscienze sopite si potrebbero destare,ma dato che come è noto i detentori del potere sono gli stessi dei media,pare difficile che possano essere interessati a diffondere una più profonda ed analitica conosceza e (coscienza!) delle problematiche etiche e politiche in cui siamo inconsapevolmente coinvolti tutti quanti,cosa che evidentemente potrebbe risulare loro piuttosto scomoda.

Tommaso Ramella ha detto...

Purtroppo, Daniele, da studente di liceo classico quale sei, saprai certamente che, ogniqualvolta un organismo politico si espande, la sua struttura si fa più complessa, e per questo motivo sempre più difficile da comprendere nel suo insieme dal cittadino. E' lo stesso paradosso verificatosi in epoca ellenistica: i cittadini si ritrovano improvvisamente a far parte di un organismo cosmopolita, l'impero alessandrino, e contemporaneamente si allontanano dalla vita politica, proprio perché uno stato così grande rende molto difficile una partecipazione diretta del cittadino. Meno si partecipa alla vita politica, meno la si comprende, e viceversa, in un circolo vizioso dal quale deriva quel baratro che divide oggigiorno la classe politica dal cittadino. Dal momento che, personalmente, ritengo assolutamente vera la massima di Gaber "libertà è partecipazione", è una questione di primaria importanza riavvicinare il cittadino alla vita pubblica e politica. Per fare questo, ognuno di noi deve informarsi meglio che può, e devo dire che articoli come questo non possono che aiutarci a migliorare la nostra coscienza di cittadini.

Andrea T. ha detto...

Se hai trovato le mie argomentazioni all'articolo, "frecciatine", ne sono rammaricato. Se ti riferisci alle "frecciatine" non concernenti l'articolo, è inevitabile finire quasi sempre off-topic.^^

Vuoi sapere qualcosa sull'Italia politica e le dinamiche interne del nostro paese? Leggi la Costituzione italiana, con un commentario, magari di qualche costituzionalista famoso.
Quando l'avrai presente, saprai tutto quanto hai bisogno di sapere e saprai pure le bugie che vengono sparate fuori a raffica dai "rappresentanti del popolo".

(Quest'articolo comunque era di politica europea, quindi ancora diversa dall'internazionale ^_^)